C’è nero e nero.

Dopo la tentata strage di matrice fascista a Macerata, Matteo Salvini non prende totalmente le distanze per quello accaduto, ma ribadisce che “è evidente che un’immigrazione fuori controllo, un’invasione come quella organizzata voluta e finanziata in questi anni, porta allo scontro sociale”. Anzi, continua a gettare benzina sul fuoco incolpando gli stessi migranti di questa tentata strage, come se lo scontro sociale fosse alimentato da persone che vengono in Europa a cercare semplicemente un futuro migliore e non dalle politiche di precarizzazione del lavoro, dai tagli al settore sanitario, alla cultura, all’educazione e alla mancanza di una reale progettualità sull’edilizia popolare.
Con queste dichiarazioni Salvini legittima di fatto, per l’ennesima volta, la posizione estrema delle componenti di matrice fascista esterne ed interne al suo partito ex secessionista e ora dichiaratamente sovranista: già dai tempi di Bossi e grazie alla mediazione di Borghezio e dello stesso Salvini, la Lega Nord stringe legami con Forza Nuova, CasaPound e altri movimenti neofascisti, in alcuni contesti arrivando ad avere candidati comuni con quest’ultimi. Un esempio è proprio Traini, il fascista sparatore di Macerata che esponeva in casa bandiere naziste, riviste di estrema destra e una copia del Mein Kampf e che è stato candidato con la Lega Nord. Un altro esempio, questa volta legato al territorio lodigiano, è quello di Di Sopra, assessore alla Sicurezza nella giunta leghista a Sant’Angelo e precedentemente dirigente provinciale di Forza Nuova. (https://www.ilcittadino.it/cronaca/2016/05/20/candidato-leghista-condannato-polemica-a-sant-angelo/SMcJXaWEt5bujs2TJ4adx3/index.html)

Negli stessi giorni dell’accaduto a Macerata, in centro a Pavia si assiste a un’aggressione a sfondo razziale e di stampo fascista nei confronti di alcuni ragazzi stranieri e italiani: http://www.radiondadurto.org/wp-content/uploads/2018/02/Salem-su-aggressione-nazi-a-Pavia.mp3 . Nell’intervista si può sentire il il racconto di uno degli aggrediti che afferma di aver ricevuto inizialmente insulti razzisti che a mano a mano si sono trasformati in violenza fisica non casuale, ma organizzata e premeditata. Gli aggressori sono persone militanti nell’ambiente di estrema destra e non ci stupiremmo se avessero frequentato Lodi ai vari banchetti neofascisti.

Ribadiamo da tempo che questi non sono episodi sporadici attuati da persone squilibrate o semplici ultras violenti (vedi l’uccisione a Fermo di Emmanuel, ragazzo nigeriano, da parte di un neofascista), ma sono segnali di una deriva nera che oggi prende piede in tutto il paese (https://www.google.com/maps/d/u/0/viewer?mid=1zGE0OJF-Cq0sN616hn_zto9q3-H3BmpM&ll=45.720353%2C9.685356500000125&z=8 )

La globalizzazione selvaggia viene contrastata dal populismo nazionalista inteso solo come difesa dei privilegi dei garantiti: ovvero, coloro i quali hanno un lavoro sicuro, un reddito certo o grossi capitali. L’estrema destra si impadronisce così di un suo ruolo di rappresentanza di un popolo addormentato dai mass media, impaurito dal terrorismo psicologico e svuotato dalla pochezza culturale. A ciò si aggiunge la legittimazione nella retorica democratica: sia le forze di destra che quelle di “sinistra” (https://storify.com/wu_ming_foundt/sui-rapporti-tra-pd-renziano-e#publicize ), coadiuvate da pseudo giornalisti, considerano questi movimenti come interlocutori politici e anche dopo Macerata non lanciano allarmi, ma trovano giustificazioni ad una sparatoria criminale. I maggiori rappresentanti istituzionali, invece di esplicitare il pericolo lo minimizzano: il Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni asserisce “confido nel senso di responsabilità di tutte le forze politiche, i comportamenti criminali non possono avere alcuna motivazione ideologica”, lasciando così spazio alle forze reazionarie e ribadendo che ciò che è accaduto a Macerata non è frutto di un’ideologia aberrante di un gruppo che sta prendendo sempre più piede ma l’errore di un singolo criminale.

Nonostante vengono aperte sempre più sedi di gruppi neofascisti e sgomberati spazi sociali autogestiti che promuovono una cultura antifascista (l’ultimo in ordine di tempo è lo sgombero del centro sociale SOS Fornace di Rho), nei giorni scorsi in diverse piazze italiane si è fortunatamente vista la mobilitazione degli antifascisti: forzando anche le resistenze dei benpensanti hanno proclamato il loro sdegno ed organizzato una fattiva resistenza in quanto l’antifascismo non è un momento del passato, ma purtroppo la necessità di questo presente.

Un giorno di ordinario antifascismo

Sabato 14 gennaio ho deciso di partecipare, insieme ad altri membri del comitato, al presidio antifascista convocato da Anpi e altre realtà in piazza Fontana a Milano.

Imboccando via Carlo Maria Martini le bandiere rosse erano già visibili a indicare che la meta era vicina e l’affluenza numerosa.

In migliaia, da bambini con i genitori a giovani ad anziani, eravamo presenti, uniti dall’unico ideale della difesa del nostro sistema democratico da chi inneggia all’odio verso ogni forma di “diversità”.

Gioioso e pacifico è stato il presidio prima e poi il corteo che ci ha condotto attraverso piazza Duomo e viale Dante per arrivare a Palazzo Marino.

Tutti ci siamo chiesti come sia stato possibile che la prefettura di Milano abbia permesso ad una realtà come Forza Nuova di incontrarsi all’Arco della Pace, luogo fortemente simbolico per le forze antifasciste.

Pertini ed esponenti del CLN in piazza Sempione a Milano, sotto l’arco della Pace, tra bandiere e cartelli – 25 aprile 1945 – fonte http://senato.archivioluce.it/

 

Mi sono chiesta se è accettabile che a questi movimenti xenofobi e nazionalisti vengano concessi spazi, oltretutto così importanti, in quanto anche la loro libera espressione rientra nel discorso democratico portato avanti dai partigiani o se è un nostro dovere morale opporci, dato che questa espressione è al tempo stesso contraria agli ideali di libertà ed uguaglianza.

Non è facile rispondere a questa domanda e il dibattito è aperto.

A livello personale posso però affermare che a causa delle mancate risposte politiche delle forze di sinistra, sempre più deboli e minoritarie, non possiamo esimerci dallo scendere in piazza a difendere il progetto di una nuova società ugualitaria e attenta ai propri membri più in difficoltà. Sono scesa in piazza con altre centinaia di persone perché per me antifascismo è senso di comunità, il ritrovarsi insieme mi fa sentire che non siamo soli ed isolati, ma che l’unione può portare realmente al cambiamento.

Il “dividi et impera” dei romani è ancora valido, inconsciamente lo stiamo auto-realizzando nel momento in cui siamo portati a rinchiuderci nelle nostre case e a guardare con diffidenza gli altri, avendo paura di metterci in gioco e fallire. Solo attraverso una presa di coscienza dei pericoli cui andiamo incontro, come la perdita della coesione sociale, del mutuo aiuto e dell’idea di comunità, possiamo dare nuovo slancio agli ideali antifascisti e svecchiare l’immaginario nato con la Resistenza, attraverso le nuove generazioni che inconsapevolmente sono antifasciste.

A tal proposito mi ha fatto sorridere, leggendo la cronaca del pomeriggio, lo sfottò che alcuni adolescenti hanno riservato ai sostenitori di Forza Nuova presenti in piazza: agli slogan a favore di “Dio patria e famiglia” e agli insulti rivolti a uno di loro, in quanto nero, hanno risposto facendo risuonare le note di “Non pago affitto”.

https://www.instagram.com/p/BPQZROrgH2O/

Che sia lo SWAG la nostra nuova danza di liberazione dai razzisti?

Miss Price 

“De Providentia 2016” o “L’utero è mio e me lo gestisce dio”

Quando si parla del corpo delle donne sembra sempre un oggetto di qualcun altro, di qualcuno che decide come e se una donna possa usare il proprio corpo. Questo è il primo pensiero che mi è venuto in mente leggendo un articolo del Cittadino riportato sul sito dell’ospedale di Lodi (1) che annuncia con allarmismo:
“C’è un aborto ogni quattro nascite…” e che, con altrettanta enfasi promuove
“LO SPORTELLO SALVAVITA” all’interno dell’Ospedale di Lodi.
Il CAV, che ti aiuterà a usare il tuo corpo come un “contenitore sicuro” per un feto unico e irripetibile.
Loro salvano vite!
Continuo a leggere e incontro le parole del ginecologo Giancarlo Garuti che sostiene che alcuni aborti “sono esecuzioni di volontà individuali talora voluttuarie…”- VOLUTTUARIE = superflue, per soddisfazione di piacere, cioè per esigenze secondarie non strettamente necessarie.
Resto ferma.
Immobile.
Ho il sangue alla testa (e non fate battute stupide!)

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