Manifesto

COMITATO ANTIFA LODI
La bellezza dell’essere antifascisti

Data l’insorgenza e la proliferazione nella società di fenomeni autoritari e neofascisti, ci riuniamo oggi in comitato per poterli meglio riconoscere e contrastare. Consapevoli che storicamente, essi sono una delle cause di guerre e sfruttamento (di uomo su uomo, di nazione su nazione), siamo perciò contrari ad ogni forma di militarismo e di coercizione economica.

Noi siamo per i diritti:
siamo per l’autodeterminazione dell’essere umano, come individuo e nelle sue espressioni sociali;
siamo per la libertà di pensiero, di parola;
siamo per il diritto all’istruzione;
siamo per il diritto al lavoro, alla partecipazione politica e sociale;
siamo perché ogni essere umano sia libero con eguale dignità;
siamo per il diritto alla mobilità oltre i confini e al dovere dell’accoglienza;
siamo per il diritto alla salute;
siamo per il diritto di cittadinanza di ciascun essere umano.

 

CHI SIAMO

Siamo antifascisti: crediamo che, nonostante tutto, ci sia la possibilità di cercare un futuro per il quale valga la pena confrontarsi, scontrarsi e incontrarsi.

Il comitato designato AntiFa Lodi (Antifascismi Lodi) è una libera organizzazione di individui indipendente dalla loro collocazione sociale, politica, nazionale e religiosa che racchiude chiunque sia interessato alle sue tematiche.

Lo scopo del comitato è la costruzione di una consapevolezza e di un lavoro culturale-politico contro ogni forma di totalitarismo e intolleranza (sociale, economica, sessuale, razziale) e l’opposizione nei confronti di chiunque: individuo, gruppo, organizzazione, partito, Stato, cerchi in qualsivoglia modo rendere totalitaria la società. La sua azione è resistente e non violenta: aperta al confronto ed alla collaborazione con le realtà (politiche, sociali e culturali) anti-fasciste disposti a sostenere le loro esperienze e lotte.

ORGANIZZAZIONE

L’organizzazione del comitato è di tipo assemblare orizzontale senza cariche e gerarchie; le decisioni sono prese in comune dall’assemblea tramite il dibattito e la ricerca di posizioni condivise.
I membri del comitato oltre al rispetto delle deliberazioni dell’assemblea, non posso utilizzare a fini propri o di proprie organizzazioni il loro ruolo o la loro appartenenza al comitato stesso.
Per meglio costruire il nostro lavoro, ci siamo suddivisi in gruppi; l’appartenenza ai singoli gruppi è libera e intercambiabile secondo i propri interessi e le priorità di intervento.

COSA MOTIVA LA NOSTRA AZIONE

“Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L’indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti.
L’indifferenza è il peso morto della storia. L’indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. È la fatalità; è ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che strozza l’intelligenza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, avviene perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia promulgare le leggi che solo la rivolta potrà abrogare, lascia salire al potere uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare. Tra l’assenteismo e l’indifferenza poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa; e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia altro che un enorme fenomeno naturale, un’eruzione, un terremoto del quale rimangono vittime tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch’io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?
Odio gli indifferenti anche per questo: perché mi dà fastidio il loro piagnisteo da eterni innocenti. Chiedo conto a ognuno di loro del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto. E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime.
Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti”.

Antonio Gramsci